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Giulio Ceraldi - Biografia

 

 Giulio Ceraldi nasce a Napoli il 6 aprile del 1948.

Si diploma in discipline pittoriche presso l’istituto d’arte Filippo Palizzi di Napoli, dove frequenta anche il corso di scenografia. Successivamente insegna discipline pittoriche e disegno presso 

l’I.S.A. di Napoli. La produzione pittorica prende avvio verso la metà degli anni 60.

e la sua attività espositiva inizia invece nel 1972, quando partecipa alla X quadriennale di Roma nella sezione La nuova generazione.

Dall’incontro con i fratelli Ammendola nasce la collaborazione con la storica galleria Mediterranea di Napoli in cui realizza due esposizioni: l’aurora nel ‘78 e dialoghi del presente nel ‘79.

Nel 1980 si trasferisce a Roma prendendo uno studio in via di San Giovanni in Laterano, dove nascono le opere per l’esposizione alla Galleria dell’Orologio di Roma del 1981.

Nello stesso anno espone alla galleria Axel di Innsbruck.

Dall’amicizia e per il tramite di alcuni artisti romani ottiene uno spazio di lavoro nel Palazzo Silvestri-Rivaldi ( Convento occupato) dove realizza lavori di grandi dimensioni con cui mette in scena nell’82 l’installazione performativa “Ai piedi della clessidra”, presso l’anfiteatro di Villa Borghese, alla quale segue, sempre prodotta dalla cooperativa di Teatro Rasgamela, un’installazione nella metropolitana Giulio Agricola a Roma.

Nel 1986 con gli artisti Consuelo Chierici, Dino Izzo, Salvatore Ravo e Giancarlo Savino fonda il VIRUS GROUP. Nel 1990 vengono commissionate a Giulio Ceraldi, da parte del regista teatrale Antonio Neiwiller, per il progetto “Tracce”, due installazioni permanenti in occasione dello spettacolo teatrale dedicato a Ferdinando Pessoa “Una sola moltitudine”. La prima viene collocata nel foyer del CRT di Milano e l’altra nel CSRT di Pontedera.

Nello stesso anno realizza varie sculture e oggetti di scena per lo spettacolo teatrale “Persiani” di Eschilo, per la regia di Mario Martone, presso il teatro greco di Siracusa. Una produzione INDA.

In quella occasione incontra il regista teatrale Claudio Collovà con cui instaura un lungo e appassionato sodalizio artistico che si traduce negli anni avvenire in vari lavori e spettacoli.

Nel gennaio del 1991 nasce “Le Buttane pomeriggio notte mattina”, dai racconti di Aurelio Grimaldi, regia di Claudio Collovà, scene Giulio Ceraldi, costumi Enzo Venezia, luci Pasquale Mari. 

Nel 1993 viene messa in scena “La casa verde”, dal romanzo di Mario Vargas Losa, premio vetrina italiana ETI. Per la regia di Claudio Collovà, le scene i costumi di di Giulio Ceraldi, le luci Pasquale Mari; lo spettacolo sarà rappresentato presso il Piccolo Teatro a Palermo e al Palazzo dell’Esposizioni a Roma.

Nel 1995 è il turno dell’isola incandescente, dall’opera di Vincenzo Consolo, da una idea di Mariella Lo Sardo, musiche di Ralph Towner, regia di Claudio Collovà, scene e costumi di Giulio Ceraldi, luci di Marcello d’Agostino, in scena presso il teatro libero di Palermo.

Lo stesso anno lavora a “Nadja”, liberamente ispirato all’opera di Andrè Breton, tratto da un testo di Mario Prosperi, per la produzione del Teatro Stabile di Innovazione Florian di Pescara. La regia di Claudio Collovà, scene luci e costumi Giulio Ceraldi.Per questo spettacolo viene realizzato un cortometraggio dal titolo “Nadja”, tratto da L’Amour fou di Breton: la direzione di Giulio Ceraldi e di Claudio Collovà. Viene presentato a Pescara nel 1995 presso il Teatro di Tor di Nona e a Roma l’anno che segue.

Successivamente tornerà in teatro con Artista da giovane, omaggio al Dedalus di James Joyce, per la regia e drammaturgia di Claudio Collovà. Le scene sono di Giulio Ceraldi. Lo spettacolo viene rappresentato al teatro Bellini di Palermo in occasione della XXX edizione delle Orestiadi a Gibellina sarà proprio in questa occasione che Ceraldi colloca nel Museo delle Trame Mediterranee di Gibellina una sua opera, risalente al 1986 dal titolo “bricolage-sensuali eresie”.

Ma sarà l’opera “L’arco di Serse”, realizzata nel ‘90 a Siracusa istoriato con le prime lamine di metallo inchiodato, a far scoccare una nuova freccia e a far imboccare all’artista una nuova strada, indicando a Giulio Ceraldi la direzione di quel lungo cammino verso la mistica del dell’icona che ancora oggi continua.

Nel 2020 espone “La dimora dei mutamenti e delle persistenze”, catalogo a cura di Jonathan Giustini, presso la Galleria Incinque Open Art Monti di Monica Cecchini a Roma.

Nel corso del tempo hanno scritto di lui: Alfredo Accatino, Jonathan Giustini, Luca Beatrice, Paolo Ricci, Vitaliano Corbi, Michele Bonuomo, Maria Roccasalva, Virginia Vittorini, Giancarlo Fiordalisi, Mario Maiorino.

ESPOSIZIONI

1972 centro d’arte arte Caggiano Napoli

1973 Quadriennale di Roma 

1974 Arsenali di Amalfi Salerno

1976 prologo minori Salerno 

1976 prologo minori Salerno

Galleria mediterranea Napoli

Campania proposta uno

 galleria Vanvitelli Napoli 

1978 galleria mediterranea Napoli

1980 arte studio Ganzerli Napoli

1981 galleria Axel Innsbruck

1982 installazione anfiteatro villa borghese Roma 

1983 installazione stazione Metro Giulio Agricola Roma

1984 galleria dell’Orologio Roma

1988 Arte al punto sala consiliare Ciampino Roma

1990 installazione CRT Milano

1991 installazione CSRT Pontedera

1996 galleria Because I love Roma

2010 Museo Civico Albano laziale Roma

2011 Museo delle trame mediterranee Gibellina

2020 Incinque open Art Monti Roma

2021 “Dune-campus creativo a cura di G.Zorcù performance di Virus Group, Principina a mare (GR)

2023 BACC Gallery mostra collettiva del Virus Group, Roma 

2024 Studio Tibaldi mostra collettiva Trastevere, Roma

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